dicembre 03, 2012

Gesù sta arrivando, e beve acqua pubblica.

Gli autisti dei notturni evitano di guardare negli specchietti retrovisori perchè nel caso non vogliono saperne niente. Ma non si prendono quasi mai la briga di non farti salire a priori. Perchè, pensano, potrebbe essere proprio per quello che scatta il casino.
Poi, lungo la strada che porta nei posti in cui si decide di andare con i mezzi, c'è sempre quel secondo in cui realizzi che, sì, a piedi era infattibile. Che hai fatto bene, benissimo, ad aspettare il notturno.Che a piedi avresti rinunciato. Probabilmente saresti morto. Ti saresti seduto sotto un portone qualsiasi, a un certo punto, allargandoti la sciarpa sulle spalle,aspettando solo di avere la forza di rifare la strada indietro. Fermato, mandando a fanculo la serata,e niente erba per i raccomandati. Niente dj reggae che fomentano l'odio contro gli sbirri con slogan identici da una serata all'altra, tra una canzone identica e l'altra. E non avresti pisciato nelle strade un pò appartate, aspettando il momento perfetto, in cui non passa nessuno, e ritrovandoti col culo in aria di fronte a una processione. Le scelte giuste, non sono mai chiare dall'inizio.
C'è un cartello con su scritto a pennarello rosso CIBO. Generico. Comprensibile, potenzialmente universale. Quello che c'è tra di noi, è come le fette di torta fuori dal centro sociale. Esce un tipo strafatto, che ne spezza un boccone per ognuno di noi. (un boccone grosso, per ciascuno. Da una sola fetta. Che ti viene da pensare che si rigeneri. Nell'atto di condividere, gli atomi si prendono bene e si moltiplicano. Pieni di amore e di lievito vanigliato di pessima qualità che li rende un pò salati, pure. Con tutta la chimica intorno, che rende il sapore incantevole.) Sotto, due dita di nero che la rendono amara.
L'hanno venduta lo stesso, chi cazzo vuoi che se ne freghi qualcosa.
Cibo, è esattamente quello che è. Quello che dice il cartello, quello che volevamo noi.
Cibo.

ottobre 25, 2012

Love

Aveva un odore strano e sull'etichetta dicevano che aveva proprietà curative, ma io ogni volta mi ricordo solo che ti ci ubriachi e che qualche volta vomiti.
Poi lo rifai.
La credibilità di quelli che dopo una sbronza colossale dicono
no.
giuro su dio.
non bevo mai più.
è pari a quella di dio, quando giura su di noi che non beve più, e poi guarda che macello fa.
Perchè, per inteso, io spero per lui che se esiste sia un alcolista, sennò veramente non ha giustificazione.

ottobre 07, 2012

Non conosci davvero una cosa finchè non sei in grado di spiegarla a tua nonna. Io non saprei spiegarle nulla. Saprei solo sedermi vicino e sperare che nella follia permanente che la tiene a letto da anni, sia nascosta una saggezza infinita, infinita, di quelle conoscenze trascendentali che non serve altro. Che stai a posto così, hai solo sorrisi infiniti per tutti, un abbraccio per niente maldestro come nella vita vera non ti riesce mai. La conoscenza totale, la Verità nella sua perfetta accezione, me la immagino sempre come un sorriso immenso, tristissimo ma totale. Che se non ce l'hai, non capisci se è davvero semplicemente tutto qua, o se c'è dell'altro   dietro.
Un sorriso sulla linea di confine tra l'essere onnisciente e idiota.
Forse ha già capito tutto lei, e noi
non abbiamo capito niente.

settembre 24, 2012

Nella vecchia fattoria, c'è un cavallo. Wow. Cavallo. Wow.

Secondo il piano operativo di sicurezza delle costruzioni edili del ragazzo dai capelli rossi, sul balcone quasi triangolare ci entrano 8 persone. Più precisamente, in 4x4 mattonelle ci possono stare due come lui, belli massicci, (due minuti prima lui e i suoi compari, brigantissimi,scartavano una razione d'emergenza per pranzi vegan, a forma di polletto di rosticceria sano sano) e una manciata di noi ragazzette ossute. Che abbiamo scelto con una cura estrema i semi di sesamo giusti per truccare la marmitta al cavolo viola con l'uvetta.
Sul balcone triangolare c'è la menta glaciale per fare i cocktail,e ci sono le piante con i nomi francesi, e i cactus mezzi affogati, perchè sul balcone è tutto bello e si sta bene, finchè non si sta bene più.
Ma non si piange sui cactus.

Il balcone, è a metà tra dentro e fuori.
E' il bagnasciuga della casa, e ci si fanno feste per più di otto persone, senza condono edilizio. E se crolla il balcone si dia la colpa al peso delle bottiglie. Che superficialmente non erano state calcolate, nel piano regolatore.
Si dia la colpa al peso del fumo colorato e dei contratti a tempo determinato come supereroe.
A quello di tutte le vite che non abbiamo salvato,
"le hai salvato la vita."
"potevo fare di più."
Ai carboidrati che azzannano alla gola le ragazze magre. Alle lacrime di lubrificante rubato ai concerti, ai set luci prepotentissimi che ammazzano gli addetti ai lavori crollandogli addosso, e poi risorgono. Ai lividi per arrivare in prima fila.
Il peso specifico dei picnic notturni.

 Al rallenty che neanche Von Trier nelle sue più spudorate masturbazioni visive, passo le notti a inventarmi biscotti, e a vedere film famosi che per un motivo o l'altro non avevo visto prima. E sono sempre tristissimi. La gente tende a raccontare storie tristissime. Mi hanno parlato di elaborazione del lutto, tre persone diverse in tre giorni. Non è morto nessuno, ho detto, e questo mi fa regredire a livello uno, negazione.
Apparentemente. Ma attenzione.
Il fatto che qualcuno non sia morto, non vuol dire che comunque non sia non-vivo. Il fatto che qualcuno non sia vivo, tecnicamente lo rende immortale.
Sono fregata. Fregata e immortale.

Vì scava dai vasi frammenti di radici, rametti, spizzica semi invisibili e li chiude a caramella nelle cartine. Neanche si rende conto di quanto è bella mentre lo fa. Prendo la metro prestissimo, con "Niente fiori, solo cose che abbiano radici o semi.", e li porto a casa con me.
Nuvole non si sveglia, quando mi alzo dal divano, ma più tardi ci diciamo che l'aloe ha i denti per mangiare il cielo.

agosto 21, 2012

“Quelli dell’Accademia di Belle Arti sono qui da mezzogiorno, a montar cavi e arredare salotti retrò nel mezzo di questo luogo di ritrovo dalla forma circolare e il nome proletario, gratis, ovviamente. Un lavoraccio, con questo caldo. Quasi mi dispiace sterminarli.”
“Il comandante 15/07 ha il cuore tenero.” Dice Bork, in uno sbuffo.
E’ scocciato. La maschera da umano gli fa pizzicare i nasi, l’anisetta Meletti gli ha ricordato il sapore schifoso del ricostituente allo stronzio che la nonna gli faceva bere quando si ammalava da piccolo.
Con quattro nasi, i raffreddori erano sempre epici.
Vuole tornare su Alpha Centauri.
Su Alpha Centauri si trova parcheggio, e ci sono meno fascisti. Ascoli non gli piace.

“Non ho il cuore tenero, vicecomandante! Rispetto il lavoro altrui. Di qualsiasi pianeta essi siano! Questi sprovveduti agglomerati di carbonio hanno fatto un bel lavoro, c’è da riconoscerlo.
Guarda come soddisfano il loro capo, quell’umano con i capelli antigravitazionali di ghisa. Guarda che bella piazza. Guarda come hanno disposto bene le torri, e il tramonto, e il caldo africano. Sembra una simulazione olografica di Giornata Fastidiosamente Ventosa nei pressi di un buco nero riuscita alla perfezione, me ne compiaccio!

“A me piace il disegno attaccato là dietro!”
“Tu hai un gusto di merda, Kyrz.”
Kyrz è il piccolo dell’equipaggio.
Di nascosto legge i fumetti, e ascolta band sfigate di pianeti ancora più sfigati. Non è tagliato per la vita militare, anche se Tank Girl gli piace un sacco.
“Concentrazione, ragazzi. Siamo qui per accumulare informazioni sul livello di progresso di questo popolo. L’idea di prendere un campione casuale di persone impegnate in atti di produzione mentale, in un posto casuale del pianeta –idea modestamente mia- è geniale. Uno spaccato di vita terrestre genuino, veritiero.”
“Io –stesso posto, stessa ora- qua ci preferivo il Festivalbar. Ma sembra che non sia più attuale: l’ultima volta lo presentava un conduttore imbruttito, faceva il giovane, avrà avuto la mia età.”
“Bork, ti sbagli, questi di solito a 40 anni perdono i capelli, tu non guardare quello con i capelli di ghisa. Sicuramente usa qualche trucco, o perlomeno qualche stucco. Ma questi neanche lo sanno come ci si arriva a 15 milioni di anni.”
“Vabbè ma lo vedi? Sterminiamoli.” continua a leggere

agosto 12, 2012

10082012

-I sonniferi, te li prendi per dormire, perchè quando sei a pezzi vuoi solo dormire così non pensi. Infatti la prima cosa che dici quando al mattino apri gli occhi è "oh, no, porcodio, ancora?".
-A volte, ma solo in Francia, se prendi i sonniferi vedi gli gnomi. Altre volte percepisci le giraffe nella stanza, e le accetti per quel che sono.
-Mi prende lo sconforto, cinque sei volte al giorno. A piccole dosi, come i pasti per avere un metabolismo veloce ed efficiente.
-Gli addestratori di delfini rimorchiano di brutto.
-Gli addestratori di delfini sono dei pessimi migliori amici, forse.
-Ma come cazzo si fa a voler passare un mese di vacanza ad Alba Adriatica?!
-E' davvero possibile fare sesso in auto senza sporcare.
-E' davvero possibile girare il mondo facendo mestieri inesistenti.
-Giocare a poker è un lavoro serio e qualificato.
-Un locale gay con la vodka a sessanta centesimi è una metafora di integrazione sociale, nonchè un paradiso.
-E' davvero possibile abdicare chirurgia maxillofacciale per essere un poeta.
-C'è la manifestazione sfiatata e c'è la guerriglia. Entrambe hanno un merchandising ufficiale, cambiano i prezzi e il fatto che rischi di morire per prendere un souvenir.
-E' importante guardare dei film che insegnino che l'Importante è fare delle scelte, non che le scelte siano giuste o sbagliate.
-Quelli di Von Trier sono film che se li fai vedere al santegidiese medio, non li capisce.
-Quando gli dai due lire, è sempre la collina in cui vedi più stelle.
-Le comete a una certa si esauriscono.
-Quando ci fu la Hale Bopp, c'era Final Fantasy 7. Mai operazione mediatica casuale avrebbe potuto essere più efficace.
-Le stelle cadono perchè si so rotte il cazzo.
-Da bambini pensavamo che funzionasse che tu scegli una stella e la guardi finchè a un certo punto cade. Una volta a paolo è successo.
-Paolo e albs hanno visto una meteora fiammeggiante, mentre andavano a pisciare completamente ubriachi. Indubbiamente era un segno.
-E' la prima volta in vita mia che mi vengono bene i muffin.
-I desideri veramente importanti li ho già sistemati. Mo tocca a quelli generici, tipo la felicità, o la pace nel mondo.
-Ci vuole il desiderio facile che funga da prova del nove.
-Io sono arrivata alla conclusione che anche se ci metti tantissimo tempo, prima o poi quasi tutto quello che vuoi accade. Prima o poi, arriva. Però devi aspettare. E' tipo comprare su ebay.
-Non è tanto il pianto di stelle, no. E' quell' "oh!", che ti uccide.
-La prossima che cade, desideriamo di restare così tutta la vita.
-Perfetto.


luglio 31, 2012

"Oggi abbiamo fatto incazzare Gabriele."
"...come."
"Gli abbiamo detto CHE E' PIU' GRASSO DI TE."
Se il mondo fosse dei tredicenni, sarebbe un posto veramente migliore.

luglio 04, 2012

Tanti ne ho conosciuti, e tanti si sono rotti il cazzo a un certo punto, di lei.
Roma è una città caos. E' sporca e non ha molto senso. Ci siamo persi dieci volte con lucida consapevolezza, e il navigatore metteva il broncio e non parlava più a un certo punto. Allora, che vuoi fare, se non ti danno indicazioni prendi strade a caso. Puntualmente sono strade sbagliate, e perdi un sacco di tempo.
Se non guidi puoi mangiare molte mele e patatine. Ho mangiato molte mele e patatine, che il mio cuore gridava "gita, gita!" come ogni volta che si parte random, con quel preavviso nullo che la gente normale dice -vabè, se lo avessi saputo un pò prima sarei venuto.- ma poi non viene.
La verità è che se avessi i soldi per farlo partirei random, per posti random, una volta ogni due giorni. E' una cosa che ho imparato a fare davvero solo quando ero nel cuore del culo dell'europa. Non avevo neanche i soldi, ma uscivo con i freak, i soldi non ce li aveva nessuno e andava bene uguale. L'ho imparata tra Bruxelles e Aachen, levigata sui divani altrui (ogni volta che dormo in una casa che non conosco, scrivo -soffitti sconosciuti- sui miei quaderni di appunti. Come in quella puntata in cui Shinji si sente solo, e ancora non lo sa che è fortissimo, ma lo sospetta molto).
ma è una cosa che avevo dentro: qualche volta mio padre ci portava fuori per un gelato e poi arrivavamo a Norcia, o a Roma.
Roma è un caos. Ha degli angoli luridi, di tutti e di nessuno,che ti spezzano il cuore. E' pericolosa, e col cuore grande. Le strade fanno schifo, e ti perdi in auto perchè ci sono un sacco di monumenti vecchi come il mondo, che vanno rispettati. "Fateci vive", ha detto il mio amico davanti all'ennesima strada deviata che finisce contro un arco, o un muro che ha mille anni. Roma è la vita, uccide la gente piano piano, Roma non piace a nessuno, e a me piace morbosamente, latentemente. Tipo, mi rende felice, in qualche modo. Mi rende felice andare in giro random, pensare che le gallerie sono trachee. Soffitti sconosciuti, con le luci arancioni, dentro le montagne.

giugno 19, 2012

Quando ero piccola facevo tutto quello che faceva mio cugino.
Lui sparava con le pistole ad aria compressa. Mi regalò la musicassetta della colonna sonora di Highlander, era nera con delle lastrine arancioni. In una stanza con sedicimila musicassette, io potrei ritrovarla ancora oggi
Quindi quando avevo dieci anni mi piacevano i Take That, specialmente Mark Green, e i Queen, specialmente la colonna sonora di Highlander.
Allora stasera andiamo a sentire della musica in piazza. Mamma era contenta, ma a mamma piace tutto. Quando ho saputo che il secondo gruppo era una cover band dei Queen, mi sono un pò scoglionata. Voglio dire, già è dura da digerire la serata a rock anni 70, santodio.
Allora dico a mia madre, che resto finchè non fanno Bohemian Rhapsody, e le spiego che lei non la sa, ma è quella canzone che le canto ogni cazzo di volta che la incontro per casa, e lei si collassa a prescindere dal senso che una cosa simile può o non può avere...
E le spiego, che è una canzone che Freddie Mercury, che è morto, no? si sa che è morto.
Lo sa pure mamma, che è un pò distratta nella vita.
E' morto, era un grande artista, bla bla bla. Era frocio. Un sunto perfetto,arraffazzonatissimo. Mamma annuisce. Sapeva tutto, anche se magari non ci pensava che fosse proprio quello dei Queen, perchè è veramente un pò distratta.
Allora a un certo punto fanno Bohemian Rhapsody. E il cantante cambia una strofa. E io dico, a mezza voce, che è strano che l'abbia cambiata. Forse perchè, dico, e intendevo dire che forse l'aveva cambiata perchè parlava di quando dovrà crepare, e non voleva tirarsi sfiga addosso. Ma era un pensiero stupido. In realtà probabilmente non se la ricordava e basta. E allora dico solo -forse perchè- e madre, che è distrattissima, aggiunge con giubilo -PERCHè ERA FROCIO!- e io, lo giuro, rido per quaranta minuti, piegata.
E alla fine, il cantante aveva veramente una gran voce cazzo, e sono rimasta anche se quella canzone l'hanno fatta quasi in ultimo.

Ora, c'è una storia buffa tra me e i 3/4. Entrambe abbiamo questi fantomatici cugini che ci hanno cresciute, che si somigliano pure. Si chiamano pure quasi uguale. E' una buffa storia.I nostri cugini ci mettevano a credere che i pali della luce sul lungomare, erano inclinati perchè aveva tirato vento. O che quella vecchia casa là, era la casa di Rambo.
Quindi, questo è per i 3/4, per suo cugino, per freddie bonanima, quel frocio, ma soprattutto per il nostro senso dell'umorismo tipico delle persone profondamente svantaggiate nella mente.

giugno 14, 2012

Sono giovane e circondata da giovani, e sono stata svegliata alle ore 5 da delle splendide persone che cantavano gli 883 in auto, non so bene in che condizioni psicofisiche, ma sicuramente erano belli e stavano ballando come repetto. Il finale di Nord Sud Ovest Est non lo sa con precisione quasi nessuno, forse perchè tutti  vogliono ascoltare come cazzo va a finire la storia, e non cantarlo, però i cori, quelli, beh sono imperdibili (stai attento, non lo fare! Adios mi amor!). Non c'è stato verso di riprendere sonno, e questo mi lascia pensare che in realtà, nascostamente, io stia invecchiando. In realtà anche gli 883 del 93 erano un indizio, ma sorvoliamo. Allora, dopo un pò di pellegrinaggio mediatico (mi sono comprata un rosario tibetano su Ebay a 70 centesimi. Boh, così.), scendo al piano di sotto per fare una cosa bellissima: fare colazione e poi tornare a dormire. Trovo tutti svegli, perchè tutti stiamo invecchiando, e papà guardando fuori dalla finestra fa.

"non so se è l'effetto Morgana, ma io quel paese là non l'avevo mai visto."

davanti alla mia casa, c'è un'altra casa, alta uguale ma un pò più in basso. Ci abitava, quando eravamo piccoli, il mio amico punk, e sua sorella piccola, e altri bambini che adesso come me cercano i tesori in altri giardini. Questa casa, copre la collina di fronte per metà. Dalla mia cucina, comunque, vedo le montagne vicine, e per la prima volta nella mia vita oggi ho visto quel paese là, che è quattro case in mezzo ai boschi e chissà che cos'è. Nessuno di noi l'aveva mai visto. Allora per controllare che non fosse davvero l'effetto morgana, cosa che ad ogni modo mi avrebbe fatto cagare addosso perchè a me gli effetti ottici mi confondono e raccapricciano, sai che faccio, salgo su una sedia.
Probabilmente non salivo su una sedia per guardare fuori dalla finestra da quando non ero ancora un metro e settanta scarso ma deciso, oppure non avevo mai guardato fuori dalla finestra veramente.

Traete le vostre metafore del cazzo, come sempre, io faccio colazione poi o torno a dormire o dò un senso alla mia estate post laurea con la routine da mattinata iperattiva/ecochic. Compro i barattoli, faccio la marmellata, yoga, due o tre ricreazioni e ascolto musiche deprecabili. Ah e poi devo anche lavorare, già. O torno a dormire veramente, mo vediamo.
http://youtu.be/5viSeFb767o
Moragelso nel giardino del Re ci andò a cavallo di una bici che frenava poco e niente. Era uscita con il chiaro intento di rubare la frutta, perchè l'anno passato (e lo ricordava bene), di questo stesso periodo voleva tantissimo morire. E sentì questa storia dei gelsi del giardino del Re, che erano veramente tantissimi, e tutti quelli che passavano ne prendevano uno o due solo perchè erano cose selvatiche e tutti vogliono sempre assaggiare le cose selvatiche, come se fossero preziosissime, ma finisce sempre che tutti usino, sulle cose selvatiche, una specie di rispetto inutile, o forse un disinteresse totale, e le more si seccano nei rovi, e i gelsi, cadono. Moragelso, quando voleva morire, aveva rimandato per troppi giorni, e alla fine i gelsi erano caduti tutti: quando andarono, una notte, non ce n'era neanche uno. Quando per una cosa arrivi troppo tardi, è proprio come se non fosse mai esistita. Per fortuna era notte, e non vide che l'erba, sicuramente, ne era completamente ricoperta. Per fortuna, altrimenti avrebbe pianto e pianto. Ma questa è una storia che sta dietro, e oggi Moragelso va nel giardino del Re e trova i rami ricoperti, ricolmi di more bianche, dolcissime, buonissime. Ci vuole garbo per cogliere i gelsi, devi essere un figo vero e un grande amante, che come li tocchi, cazzo, cadono. E poi, bisogna aver rispetto per gli insetti che mangiano i frutti prima di te. Se ne vedi uno particolarmente appassionato, devi lasciarlo là. Non sono mica solo per te, le more. E allora, Moragelso  ogni quattro che ne mangia, una la mette nel sacchetto. A una certa mangia un insetto, e se ne scusa. Torna a casa che ha rubato tre chili di more, e ha tutte le mani appiccicate e si è scottata il naso. E gelsi per terra ce n'erano uno sfacelo, perchè tirava un vento boia, e i camionisti le suonavano il clacson passando, e i cardi e gli insetti le sparavano a pallettoni nelle gambe, però vuoi mettere che cazzo di marmellata.
Dormivo in camera dei miei genitori, perchè la casa, la nostra casa, non si sa per quale ragione non ha previsto che io avessi una camera mia fino a sette anni compiuti. Avevamo, però, una cucina grande. Poi abbiamo avuto una cucina piccola, e io ho avuto una stanza minuscola. Ma era bellissima, il letto era proprio come l'avrei voluto io, era di ferro bianco. Aveva dei piccoli pomi d'ottone, che svitavo a scazzo quando non riuscivo a prendere sonno. Non riuscivo mai a prendere sonno, all'inizio, mi sentivo troppo sola. Poi ci ho fatto il callo, ci ho fatto il nido. Ho disegnato sui muri, ci ho scritto sopra. Ho accumulato, in ventotto anni di vita, praticamente tutto.
Ho una memoria straordinaria, io, della quale faccio un pessimo uso, e tutto quello che ho conservato sottovuoto nel caos più totale, è solo la prova fisica di ciò che comunque ricordo perfettamente. E parliamo di pezzi di cose, spesso, eh. Una vite, un laccio, una chiave.
Biglietti del treno, e dei concerti, e del cinema. E quintali di lettere. Quintali di carta, che parlano. Parlano anche troppo, senza nessun pudore. Senza stare troppo attenti alla forma, col cuore di qualcuno che ha sette anni, o quindici, o la mia età due mesi fa. Con voci diverse, qualcuna più forte, qualcuna più debole, qualcuna lontanissima. Tutte belle, però. Anche quelle che dicevano cose mostruose.
E' successo che mentre svuotavo la mia camera, la mia camera di sempre, per spostarmi ad esistere definitivamente da un'altra parte, mi sono sentita amata. Questo, è successo.

giugno 12, 2012

Qualcosa che serva

Arriva sempre, ai concerti, quel momento in cui scatta il delirio e prendi un sacco di spinte e strattoni. Perdi le spille preferite nella ressa,  ti abbassi e cerchi di far luce col cellulare tra mille scarpe di pezza (non tutte converse originali, no, la crisi c’è e i negozi dei cinesi fioriscono di simil converse) , e mentre cerchi è possibile che ti cada ANCHE il cellulare. Quindi per riprenderlo perdi un paio di dita, ma trovi un accendino. E’ rotto, lo butti. Recuperi il telefono, e riemergi giusto in tempo per farti abbracciare dal tipico ciccione sudato che nel frattempo ha perso la maglietta e trovato un amico in te.
Nel frattempo ti versano la birra sui jeans, e mentre pensi per l’ennesima volta al commercio di borracce da concerto strutturate come i bicchieri col beccuccio fisher price, qualcuno davanti a te fa fare stage diving ad un cartone da 5 litri di ronco, dimostrandoti che le buone idee, come la mancanza di dignità, sono a prova di proiettile. continua a leggere

maggio 06, 2012

la distanza minima delle cose dal proprio fuoco.

Al diminuire delle distanze tra oggetto orbitante e punto di attrazione, aumenta la potenza del cielo.
Prendete appunti: in un'orbita ellittica, il punto rispetto al quale si calcolano apogeo e perigeo, si chiama Fuoco. Il Fuoco, come anni di dottrina cristiana ci confermano, coincide con il punto di attrazione. In questo caso, nel caso di questa luna travestita da sole al mare, il Fuoco siamo
(proprio)
noi.

un Fuoco anomalo, composto per più del 70% di acqua.
(avete mai pensato, che le persone e la terra intera hanno dentro acqua, nella stessa proporzione?)

se sentite le maree, o le fiamme, e la cosa ti piace, ascoltate anche:
http://www.youtube.com/watch?v=br2s0xJyFEM

aprile 26, 2012

Dalla finestra della cucina si vede Aryz.
E' talmente colorato che sta bene con tutto, sia con il cielo di piombo che con quello paraculo talmente finto da sembrare uno spot.
In questi giorni, abbiamo mangiato centinaia di cose senza lavarle.
Siamo comunque [estremamente] vivi lo stesso.

aprile 21, 2012

Ci tengo a precisare che io sono una di quelle persone che ai picchiaduro più o meno ci gioca completamente a caso.
E prima che possano partire invettive sul giocare “come una femmina”, vi blocco, (e per farlo premo il tasto -indietro-. Questo è l’unico blocco che la mia coordinazione occhio mano sappia tentare. Qualsiasi altra combo di tasti risulta eccessivamente laboriosa): conosco fior fiore di pulzelle che possono stracciarvi la spina dorsale dal corpo in mezzo minuto, e nutrite schiere di maschietti che si scheggiano le unghie tentando un pugno medio. Quindi non è questo il punto.
Il punto vero e proprio della questione è che ci sono persone che ricordano tutte le combo di Scorpion a distanza di 15 anni (lasso di tempo calcolato dai giorni del consumo massiccio preadolescenziali, fino a una settimana fa, pasquetta piovosa in cui ci ritroviamo in una cantina sconosciuta a testare il MortalKombat nuovo, e io scopro che in mano mia Raiden non fa niente. Giace inerme. Ogni tanto alza un braccio. Niente fulmini. Niente scosse. Neanche una schicchera tipo quando scendi dall’auto. Goro si esprime un pò meglio, ma ad ogni presa fallita in cui sembra tenti un abbraccio nel vuoto, mi sento morire dentro. Goro forever alone, con quattro braccia e nessun amico.) continua a leggere

marzo 11, 2012

C’era questo gruppetto di cui facevo parte, che passava il tempo a parlare degli sbagli tattici della Newteam, che si ostinava a schierare Bruce Harper in difesa ben sapendo che dall’altra parte c’è Mark Lenders,che non solo gli spezza le gambe, ma che probabilmente subito dopo ruba l’autoradio all’ambulanza che lo soccorre. Parlavamo dell’integrità morale del Power Ranger rosso che si vede rubare la scena da quello verde,arrivato senza una valida ragione a giochi iniziati, per pigliarsi la leadership, la ragazza migliore (che è pure una ginnasta ed una pterodattila, quindi di uccelli giganti se ne intende), e il dragonzord con la vernice cromata e l’abs di serie. E in tutto questa assenza totale di meritocrazia, il Power Ranger Rosso (brutalmente spodestato)non si lamenta mai di niente(Salvo poi alimentare leggende web che lo vogliono omicida,pazzo,omosessuale represso e in galera, anni dopo, ma questa è una storia diversa e allora non era neanche prevedibile che un giorno sarebbe esistito il web).continua a leggere

febbraio 06, 2012

Si misero il cappotto, la sciarpa, i guanti di lana e i cappucci tirati sugli occhi come se dovessero uscire,e invece entrarono.
Entrarono in una stanza che fino a quel momento neanche forse esisteva, e che stava tra il tetto e il salotto piccolo. Con una scala alta e traballante,
Dentro si stava solo in ginocchio.
C'erano delle scatole, ordinate, con dentro un caos. E viceversa. Lui le apriva e le guardava mezzo secondo, poi diceva -questi sono i cavalieri, questi sono i cowboy. Queste sono i mezzi speciali col turbo, che si aprivano così e così (apre a memoria,senza sbagliare un singolo meccanismo), e qui ci si metteva la magia e andavano più zooow. Questi sono gli alieni che trovammo in un cortile, pensa che cazzo di oro era. Queste sono le tartarughe ninja, e pure se ti avevo detto che Raffaello non mi piaceva tanto, ce ne ho seicento. Assurdo, non lo ricordavo. Strano, no, che sia il TUO preferito?
E sorride.
C'erano quei pupazzi stupidi che si vendono nelle edicole vicino alla spiaggia, d'estate. Lui dice
mi piacevano, alla fine, anche se facevano schifo e perdevano subito una gamba. Erano dei perfetti nemici deboli.
Dei perfetti nemici deboli.

Era giusto, che si dovesse starci solo in ginocchio. Solo un bambino avrebbe potuto alzarsi in piedi lì (e pensare di viverci, forse.)

Quando veniamo a vivere in questa stanza, tutta questa roba la mettiamo fuori dalle scatole. Qui facciamo il caffè, qui ci dormiamo dentro Pisolone-cane, qui ci va Sabertooth con la pancia che scatta e sotto ci sono i graffi. Ogni tanto invitiamo la gente e giochiamo a Frega la Strega.

artici

La nevicata del secolo.
Il male di vivere, del secolo.
L'inverno (che è ogni volta l'inverno più freddo degli ultimi X anni, con una curva di automiglioramento invidiabile.) non si dovrebbe ricongelare una volta scongelato. Ecco perchè ci fa sempre male la pancia.