febbraio 06, 2012

Si misero il cappotto, la sciarpa, i guanti di lana e i cappucci tirati sugli occhi come se dovessero uscire,e invece entrarono.
Entrarono in una stanza che fino a quel momento neanche forse esisteva, e che stava tra il tetto e il salotto piccolo. Con una scala alta e traballante,
Dentro si stava solo in ginocchio.
C'erano delle scatole, ordinate, con dentro un caos. E viceversa. Lui le apriva e le guardava mezzo secondo, poi diceva -questi sono i cavalieri, questi sono i cowboy. Queste sono i mezzi speciali col turbo, che si aprivano così e così (apre a memoria,senza sbagliare un singolo meccanismo), e qui ci si metteva la magia e andavano più zooow. Questi sono gli alieni che trovammo in un cortile, pensa che cazzo di oro era. Queste sono le tartarughe ninja, e pure se ti avevo detto che Raffaello non mi piaceva tanto, ce ne ho seicento. Assurdo, non lo ricordavo. Strano, no, che sia il TUO preferito?
E sorride.
C'erano quei pupazzi stupidi che si vendono nelle edicole vicino alla spiaggia, d'estate. Lui dice
mi piacevano, alla fine, anche se facevano schifo e perdevano subito una gamba. Erano dei perfetti nemici deboli.
Dei perfetti nemici deboli.

Era giusto, che si dovesse starci solo in ginocchio. Solo un bambino avrebbe potuto alzarsi in piedi lì (e pensare di viverci, forse.)

Quando veniamo a vivere in questa stanza, tutta questa roba la mettiamo fuori dalle scatole. Qui facciamo il caffè, qui ci dormiamo dentro Pisolone-cane, qui ci va Sabertooth con la pancia che scatta e sotto ci sono i graffi. Ogni tanto invitiamo la gente e giochiamo a Frega la Strega.

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