Il mio Commodore 64 era di terza mano, ed era stato dei miei due cugini  più grandi prima di essere mio. Come i vestiti smessi e la bmx blu con  il sellino giallo, non smetteva mai di odorare di scatolone, e degli  anni di plastica gialla e rossa che separavano la mia infanzia dalla  loro.C’era qualcosa di veramente incredibile nelle cassette, che erano  tali e quali a quelle con la musica dentro, eppure producevano giochi.  Funzionanti, il più delle volte. Il che giustificava i venti minuti di  caricamento. Giustificava persino i giochi che non partivano. Ecco, io  credo di aver imparato il vero significato di sinestesia, (e quanto  possa essere inquietante), infilando ripetutamente le cassette dei  giochi del commodore64 nel mangianastri. Stridono. Ecco tutto. Strillano  fortissimo in lingua-glitch, eppure nella tua mente di bambino non  riesci proprio a non pensare che chissà, magari stavolta.Stavolta, cosa,  poi?C’era qualcosa di magico anche nel mio imparare a cambiare i due  colori dello schermo di apertura. Nel mio sfidare la tastiera per fare i  cuoricini e i simboli delle carte, (ma soprattutto i cuoricini).Una  volta ho scoperto che premendo velocemente e ripetutamente il tasto di  accensione, un qualche difetto elettrico faceva comparire una schermata  di pura nebbia, con sul lato sinistro una striscia che sembrava salire  all’infinito. Ogni tanto la striscia si raccordava con una identica  tramite un quadratino un pò più scuro, come una giuntura.Quello, era Il  Tubo. E ovviamente era l’interno del Televisore. (le mie  rudimentalissime conoscenze tecniche non dicevano forse che dentro le tv  c’era un tubo cattolico o una cosa simile?)Era altresì ovvia  l’esistenza di una combinazione di tasti che a quel punto ci avrebbe  permesso di entrare (passando nei cavi della luce) dall’Altra Parte.  Ovviamente ci sarebbero stati nemici eccezionali da affrontare. Nemici  che strillavano fortissimo in lingua-glitch.  Passavamo pomeriggi interi a cercare di accedere Di Là. Io e il mio  migliore amico. Provavamo i comandi semplici, da avventura testuale.  Entra. Apri. Passa. Chiave.  Una volta gli ho detto di provare con cuoricino. Ha riso. I maschi sono  così scortesi a otto anni. 
Magari era quella giusta, non lo sapremo mai. 
2 commenti:
Ohmmioddio. Ce l'avevo anch'io. Fino a un anno e mezzo fa ce l'avevo ancora, in un armadio, neanche troppo nascosto, in camera mia. Poi mia madre ha fatto spazio. Non me l avesse mai fatto.
Io sono sicura che da qualche parte è. Se lo trovo e anche una sola delle cassette non si è smagnetizzata, dio c'è. Ed è Grog di Grog's Revenge.
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